Ascoltando il mondo che ci circonda, veniamo immediatamente sovrastati dal rimbombo dell’eco di una sola parola: CRISI. Senza addentrarmi in questa sede sulla veridicità della fondatezza di questa plurinominata crisi, facciamo partire questa trattazione dando per scontato che la crisi ci sia, vediamo da quali atteggiamenti mentali è stata prodotta, come affrontarla per uscirne ed il senso stesso intrinseco nel suo concetto.
Come ben sa chi mi segue da un po’ di tempo attraverso social network o le esperienze dal vivo, non amo partire da generalizzazioni sociali che non fanno altro che crearci una scusa per uno scarico di responsabilità individuale, quanto piuttosto preferisco addentrarmi nei meandri psico-emotivi del singolo, perché è dall’atteggiamento di ognuno di noi che si crea come risultante un andamento di massa che determina successivamente un risultato a livello della comunità. Gandhi infatti diceva “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”… E da qui voglio partire per analizzare il ruolo dell’etica nel business, in modo tale da poter studiare come il concetto di karma possa avere impatto anche sul nostro successo lavorativo.
Innanzitutto, per i non pratici di discipline orientali, cosa si intende esattamente per karma? La sua radice sta nel termine sanscrito karman, che significa “azione”, concetto che indica presso le religioni e le filosofie religiose originarie dell’India per lo più il principio di “causa-effetto”, un principio di concatenazione secondo il quale ogni azione provoca una reazione, vincolando, per alcune di esse, gli esseri senzienti al samsāra (il ciclo di morti e rinascite). Ma, volendo allargare ovviamente la trattazione anche a coloro che non credono nella reincarnazione e considerando che in ogni caso la vita che stiamo vivendo è l’unica di cui abbiamo cosciente memoria, unico spazio temporale consapevole compreso tra due veli dell’oblio, come non considerare i saggi detti nati nella vita campestre dei nostri nonni che ci sottolineano che “ciò che si semina, si raccoglie”..?
Il sistema sociale e religioso nel quale siamo immersi non ha fatto altro che creare un timore psicologico di una punizione (terrestre o ultraterrena) atto a intimorire e reprimere, arginando di conseguenza l’infrazione delle regole. Questo atteggiamento però costituisce solo uno strumento di controllo dell’ordine pubblico, ma non porta all’educazione ed all’evoluzione spirituale del soggetto.
Se facciamo un paragone psicologico con gli stadi evolutivi psicologici analizzati dal padre dell’Analisi Transazionale Eric Berne (bambino – adulto – genitore), questo tipo di approccio è adatto alla modalità psicologica del bambino: “non faccio questo, altrimenti mi puniscono.. ma se per caso sono certo di non essere visto, allora lo faccio di nascosto, così non vengo punito”. La vera crescita del soggetto avviene quando sceglie deliberatamente e pro-attivamente di agire secondo principi basati su un’etica universalmente condivisa, ovvero: “in assoluta libertà e senza timore alcuno di giudizio o punizione, scelgo in nome dell’etica il bene, consapevole che la mia scelta contribuirà all’evoluzione mia e della società, su una base di amore universale”. In un certo senso, questo è il passaggio da “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” a “FAI agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”. Einstein scrisse: “Il valore di un uomo dipende innanzitutto dalla misura in cui i suoi pensieri, sentimenti ed azioni contribuiscono allo sviluppo dell’esistenza degli altri individui”.
Tutto questo non è solo una trattazione filosofico-spirituale. La scienza è arrivata grazie alla fisica quantistica a dimostrare come concetti apparentemente esoterici abbiano invece un impatto reale nella vita di tutti i giorni in tutti i suoi aspetti, quindi anche dal punto di vista lavorativo. La manualistica sulla Legge di Attrazione ha conosciuto a tal proposito un momento di enorme successo e questo dato ci suggerisce quanto intrinsecamente l’Uomo sappia che dietro la realtà delle apparenze esiste qualcosa a livello sottile ed energetico che ne muove i fili.. Tutto sta a scoprirne il Secret..;-)
Andiamo un po’ più in profondità. Deepak Chopra ne “Le Sette Leggi Spirituali del Successo”, analizzando la seconda legge, la “Legge del Dare”, dice: “ L’Universo si basa su uno scambio dinamico… Il dare e il ricevere rappresentano due aspetti diversi del suo flusso energetico. Con la disponibilità a donare ciò che ricerchiamo, assicuriamo alla nostra esistenza l’abbondanza dell’Universo”. Come mai così spesso pretendiamo che gli altri ci diano, diano, diano… Ma ci soffermiamo mai a pensare a quanto diamo noi in maniera disinteressata..? O siamo machiavellicamente portati a dare solo al fine di ricevere..? E quanto accade questo nel mondo del lavoro? Lavoratori scansafatiche che si lamentano delle aziende, aziende con il lucro in cima alla piramide dei valori che sfruttano al massimo i lavoratori… Ma dov’è finito il concetto di collaborazione..? Tu azienda hai bisogno del lavoratore ed è giusto che il lavoratore venga meritocraticamente ricompensato e gratificato…E tu lavoratore credi di aver fregato l’azienda che ti stipendia con la tua presunta “furbizia” di non svolgere il tuo lavoro o di fare l’arrampicatore sociale schiacciando e sfruttando gli altri..? Da ambo le parti.. Provate a guardarvi nei vostri stessi occhi, lo “specchio dell’anima”… Se realmente “l’altro è una parte di te”, chi stai ingannando? chi stai schiacciando? chi stai sfruttando? Se non ci confrontiamo spontaneamente con queste dinamiche per scelta consapevole, sarà la vita a porci dinnanzi “spintaneamente” questo confronto.. Ancge Dorian Gray alla fine ha dovuto fare i conti con se stesso..
Come suggerisce Bruce Lipton, analizzando la ripetizione frattale dei salti quantici evolutivi, il modello politico-economico-sociale attualmente in atto non è più sostenibile e siamo arrivati al punto di rottura: o si crolla, o si cresce.
Karmicamente parlando, tutto quello che accade in un determinato momento è il risultato di scelte precedenti: i semi del karma danno sempre i loro frutti, a volte immediatamente ma molto spesso più in là nel tempo. Quando operiamo una scelta, dovremmo sempre porci consapevolmente due interrogativi: 1) quali sono le conseguenze della scelta che mi accingo a fare? 2) la scelta che mi accingo a compiere è volta al bene supremo per me, per gli altri e per il mondo intero in maniera etica? Solo se la risposta è positiva la scelta va attuata ed il Cuore conosce sempre la risposta giusta.. solo che spesso per alcuni è più comodo non ascoltarlo..!
Attuare scelte etiche consapevoli ci permette di pagare i nostri debiti karmici e di generare un futuro di gioia, abbondanza e facilità, allineando la nostra Vita con il nostro Dharma, ossia il nostro scopo esistenziale. Eh già, molto spesso noi pensiamo a cosa fare o, un passo più avanti, a come farlo.. ma quasi mai ci soffermiamo a pensare al perché, al motivo profondo per cui facciamo le cose che facciamo.. e lì è racchiusa la chiave del nostro scopo, la nota attorno alla quale accordare ogni nostro pensiero, ogni nostra parola, ogni no-stra azione.
Il momento di crisi, risultante di numerosi nodi karmici, deve portarci all’apprendimento di una lezione, un messaggio intrinseco nascosto al suo interno. Per citare nuovamente Einstein: “Ogni problema non può essere superato allo stesso livello di pensiero che l’ha generato”. La crisi, se ben gestita, racchiude già in sé il seme della crescita e dell’evoluzione, sia a livello professionale che a livello personale. “Se fai le cose che hai sempre fatto, otterrai i risultati che hai sempre ottenuto. Se vuoi ottenere risultati diversi, devi imparare a fare cose diverse”. E se gli atteggiamenti che abbiamo avuto finora ci hanno condotti karmicamente a risultati a noi poco graditi, chiediamo a noi stessi con estrema onestà cosa abbiamo fatto, come lo abbiamo fatto e cosa abbiamo dato finora.. e, quando troviamo qualcosa da correggere, cambiamo immediatamente la rotta!
I risultati nell’ambito professionale emergono da un processo di inside-out. David Starr Jordan, naturalista statunitense, scrisse: “Non esiste al mondo vera eccellenza che possa essere separata da un retto vivere”. La nostra rivoluzione interiore deve seguire la struttura essere-fare-avere, non viceversa! Seneca scrisse: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che esse sono difficili”! Io sono fermamente convinta che se siamo davvero determinati a raggiungere un obiettivo prima o poi troveremo la strada…Se non lo siamo invece troveremo una scusa! Una frase che ripeto spesso è: “Quando il perché è grande, il come non è mai un problema”.
Se vogliamo cambiare i frutti, ovvero i nostri risultati, dobbiamo cambiare le radici, ovvero intervenire a livello interiore. Perché mai l’Universo dovrebbe premiarci se siamo guidati da invidia, falsità, ipocrisia, maldicenza, slealtà e simili..? Che risultati pensiamo di ottenere come risultato di scarso impegno, scarsa determinazione, scarsa professionalità e via dicendo..? E poi magari ci ammaliamo di vittimismo e diciamo sempre che è colpa degli altri o delle avversità esterne..? Per forza che allora la crisi diventa la scusa più facile per chi non ha voglia di crescere e di darsi da fare!
Il vero insuccesso, il vero fallimento, il più grande errore è desistere.
L’ideogramma giapponese della parola “crisi” racchiude il significato di crisi e di opportunità: ad ognuno la scelta riguardo a quale delle due parti destinare il proprio credo.
Namastè 🙏🏻